4Dicembre2015

ABI, “Le Banche e il Territorio”

Nel corso dell’incontro, è stata fotografata l’attuale congiuntura e si è ragionato sulle possibilità di una sempre maggior sinergia e vicinanza tra istituti di credito e aziende, con l’obiettivo di consolidare e dare visibilità alla costante interrelazione tra le banche e i contesti ambientali in cui esse operano.
Il dibattito, che ha puntato al reciproco confronto sulle possibili soluzioni per affrontare la crisi, gettando così le basi per un ulteriore rafforzamento della relazione e una sempre più fruttuosa collaborazione verso obiettivi comuni, è stato coordinato dal giornalista Marco Ferrando.
Di seguito si pubblica la traccia dell’intervento del presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti.

«Ormai da qualche tempo le capacità competitive di un’impresa non dipendono in via esclusiva dalle tradizionali leve interne del marketing-mix, ma sono sempre più legate anche a fattori esterni, di natura “infrastrutturale”.
I livelli di efficienza dei sistemi della logistica e dei trasporti, dell’energia, delle telecomunicazioni, delle pubbliche amministrazioni, della ricerca scientifica e, non ultimi della finanza e del credito, rappresentano nell’attuale arena competitiva, veri e propri fattori di successo per l’impresa, che vanno ad integrare le leve aziendali del prodotto, del servizio, dell’innovazione, del pricing e della promozione.
L’evoluzione dei mercati impone, dunque, una stretta integrazione delle imprese in sistemi a rete e l’interazione con infrastrutture efficienti.
Ciò fa sì che la competizione economica non si giochi esclusivamente tra imprese, ma divenga anche una competizione tra sistemi a rete organizzati ed integrati soprattutto a livello territoriale.
Ecco dunque che le connotazioni storiche di intraprendenza e flessibilità che per decenni hanno retto il paradigma della micro, piccola e media azienda italiana, non sono da sole più sufficienti rispetto al confronto competitivo globale.
Il mercato è cambiato ed il tessuto imprenditoriale italiano è impegnato in un contesto di crescente competizione economica: ciò vale sia per le imprese che operano in una dimensione internazionale, che per quelle che operano in una dimensione locale.
Anche il settore della distribuzione al dettaglio non è estraneo a questi fenomeni. Pur mantenendo, in linea prevalente, caratteristiche di forte radicamento territoriale e prossimità rispetto al consumatore, nel settore proseguono rilevanti processi di riposizionamento, focalizzazione ed innovazione.
La relazione con il sistema bancario
Questa realtà ci induce a riconsiderare i rapporti tra sistema bancario, economie locali e tessuto imprenditoriale, in particolare per quanto riguarda l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.
Qualsivoglia siano le scelte organizzative e strategiche delle singole banche o singoli gruppi bancari dal mondo delle imprese del terziario emergono alcune istanze precise.
È fondamentale che il modello di intermediazione del credito continui a fondarsi su una continuità di relazioni con la clientela.
Ciò riveste un’importanza particolare per le micro, piccole e medie imprese che strutturalmente incontrano maggiori ostacoli rispetto alle imprese più grandi nel diversificare le fonti di finanziamento esterno.
Per un contesto economico come quello bresciano, è importante la diffusione del sistema bancario sul territorio e resta fondamentale il tradizionale ruolo di intermediazione del risparmio verso impieghi ai settori produttivi.
Il bagaglio di conoscenze accumulato va però utilizzato per assistere le imprese nel rafforzamento patrimoniale; nella ricerca di diverse fonti di finanziamento, nel supporto alla crescita dimensionale, nell’individuazione di nuovi mercati di sbocco.
L’impresa bancaria non deve esaurire la propria funzione nella massimizzazione del valore per gli azionisti; ma ha una responsabilità più ampia nei confronti dei portatori di interessi con cui entra in relazione: risparmiatori, imprese, comunità locali e nazionali, autorità di regolazione e controllo.
Mantenere un adeguato radicamento territoriale da parte delle banche non deve essere solo uno slogan.  Deve rappresentare un’azione in grado di supportare la continuità dei rapporti, di favorire la conoscenza delle aree di riferimento e soprattutto dei cicli produttivi e distributivi delle attività locali.
Prossimità e continuità delle relazioni devono consentire l’acquisizione di informazioni, soprattutto di natura qualitativa, sui clienti ai fini della determinazione del loro merito del credito superando i limiti di alcuni modelli di trattamento automatico delle informazioni per la determinazione del rating che tendono tuttora a privilegiare elementi quantitativi.
Ciò passa soprattutto attraverso un reale sviluppo del capitale umano delle banche ed una necessaria trasparenza nei processi di assegnazione del rating.
È importante per la valutazione del merito del credito dell’impresa del terziario non solo acquisire informazioni di tipo quantitativo o andamentale, ma essere in grado di valutare soprattutto quelli che sono i fattori di successo dell’impresa del terziario di mercato: l’excursus professionale dell’imprenditore, la qualità del portafoglio clienti, la capacità di gestire gli acquisti e il magazzino.
I confidi di matrice associativa possono rivestire un ruolo di grande rilevanza nel superamento dei divari che tuttora permangono tra banche e piccole imprese. A patto però che accanto al loro rafforzamento patrimoniale, vengano mantenute le loro tipiche caratteristiche di forte radicamento territoriale e di integrazione nel sistema delle imprese, connotazioni proprie dei confidi di matrice associativa.
Il modello, tipicamente italiano, dei confidi si fonda d’altronde su due fattori di successo: da un lato la capacità finanziaria di saper fornire garanzie a favore delle imprese consorziate, dall’altro la competenza nel valutare le imprese e gli imprenditori.
Negli ultimi anni è stato potenziato, a livello nazionale, il sistema pubblico di garanzia attraverso l’incremento della dotazione del Fondo di garanzia per le PMI con l’obiettivo di rafforzare l’azione di tale strumento per l’accesso al credito delle imprese.
È importante però sottolineare che, al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche, è fondamentale che l’azione del Fondo di garanzia per le PMI si sviluppi in sinergia con l’attività del sistema dei confidi di matrice associativa che, soprattutto grazie alla loro prossimità territoriale rispetto alle micro, piccole e medie imprese, sono in grado di fornire non solo garanzie sul rischio di default, ma anche elementi di ordine qualitativo e comportamentale sull’impresa e sull’imprenditore, fondamentali per la valutazione del rischio di credito.
L’attività dei confidi non deve essere circoscritta al solo ruolo di “canalizzatori” di risorse pubbliche, prevalentemente in posizione accessoria rispetto ai sistemi pubblici, ma vanno nuovamente valorizzate le loro specificità in termini di prossimità ai territori ed alle economie locali.
Un ulteriore elemento di criticità che coinvolge in modo diretto le imprese del terziario di mercato è quello dei livelli degli oneri per commissioni (commissioni messa a disposizione fondi e commissioni per istruttoria veloce) e dei costi per gli incassi tramite moneta elettronica.
In particolare per quanto riguarda gli incassi tramite Pos, nonostante alcuni passi in avanti fatti negli ultimi anni, molte imprese - soprattutto quelle con minore potere contrattuale nei confronti delle proprie banche - si trovano tuttora a sostenere commissioni ed oneri particolarmente rilevanti.
Migliori condizioni per l’accettazione della moneta elettronica potranno contribuire in modo efficace non solo a modernizzare il nostro sistema dei pagamenti, ma anche ad accrescere la competitività complessiva del nostro sistema imprenditoriale».

Confcommercio Brescia2024-04-19
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