8Giugno2020

Confcommercio, crollo della vendita al dettaglio

L'effetto lockdown sui consumi si traduce in un crollo delle vendite al dettaglio ad aprile: secondo dati Istat, su base annua, il calo e' stato del 26,3% in valore e del 28,1% in volume mentre su base mensile rispetto a marzo le vendite sono calate del 10,5% in valore e dell'11,4% in volume.

A pesare sono soprattutto le vendite di beni non alimentari, mentre il commercio elettronico accelera. Ad aprile l'Istat segnala una diminuzione congiunturale delle vendite di beni non alimentari (-24,0%) dovuta alla chiusura di molte attività per l'intero mese a causa dell'emergenza sanitaria Covid-19. Su base annua le vendite del comparto alimentare crescono sia nella grande distribuzione (+6,9%), sia nelle imprese operanti su piccole superfici (+11,2%), mentre le vendite dei beni non alimentari diminuiscono in misura consistente (rispettivamente -62,2% e -51,5%).

Ma in alcuni settori le diminuzioni sono impressionanti: ad esempio per Calzature, articoli in cuoio e da viaggio si parla del -90,6%, per Mobili, articoli tessili e arredamento del -83,6%, cosi' pure per Abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%). Nella grande distribuzione cresce il divario tra gli esercizi specializzati (-76,8%), maggiormente colpiti dalla chiusura imposta dalle misure di isolamento, e gli esercizi non specializzati (-1,5%), che sono rimasti per lo più aperti.

"Dato che conferma il crollo dei consumi anticipato dalla Congiuntura Confcommercio e che evidenzia, con grande chiarezza, le difficoltà delle imprese di minori dimensioni". Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio ad aprile diffusi dall’Istat. 

"Infatti, al di là della tenuta di quelle che operano nel comparto alimentare, molte aziende – in particolare nei comparti abbigliamento, calzature, mobili e articoli sportivi - hanno conosciuto in due mesi un sostanziale azzeramento del fatturato, evento che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza".

"Non meno critico - prosegue l'Ufficio Studi -  è lo scenario per quelle che operano al di fuori dei negozi (commercio ambulante). Nel confronto internazionale, solo i dati di Francia (-31,1%) e Spagna (-29,8%) sono peggiori di quelli italiani, con la Germania, ad esempio, che ha registrato un -6,2%".  

Confcommercio Brescia2024-04-25
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