12Febbraio2020

Confcommercio, no al salario minimo per legge

Il salario minimo esiste già nel nostro Paese ed è dato dalle retribuzioni definite dai contratti collettivi sottoscritte da quelle organizzazioni di rappresentanza datoriali e sindacali che dal dopoguerra rappresentano imprese e lavoratori e hanno sempre trovato equilibri per dare dignità al lavoro in forma sostenibile per le imprese”. Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio e presidente della Commissione lavoro, commenta così le parole della Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sul salario minimo ("abbiamo aspettato abbastanza, adesso è arrivato il momento di agire"). “Le parti sociali - continua Prampolini - hanno creato anche importanti sistemi di bilateralità e welfare contrattuale che in questi anni stanno spesso compensando gli arretramenti dei servizi pubblici soprattutto in tema di sanità. Il salario minimo unico per legge stravolgerebbe gli equilibri negoziali dei diversi settori economici e rappresenterebbe un pericoloso ritorno al passato attraverso forme di automatismo e in prospettiva di indicizzazione delle retribuzioni”. “Il paradosso - spiega ancora la vicepresidente di Confcommercio - è che si insiste sulla previsione di un salario minimo legale in presenza di oltre 800 contratti collettivi depositati al Cnel. Bisognerebbe piuttosto preoccuparsi di un disboscamento di questa giungla e di un sostegno alla contrattazione collettiva dei soggetti veramente rappresentativi dei diversi comparti economici attraverso disposizioni chiare agli organi ispettivi per il rispetto dei requisiti del godimento dei beni dici economici e contributivi”.

Confcommercio Brescia2024-04-25
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