24Luglio2023

Confcommercio, da ottobre frenata dell'inflazione

In assenza di shock il nostro indice dei prezzi al consumo può scendere sotto il 2% a ottobre. L'inflazione si sta riducendo. Soprattutto perché sono in forte riduzione i prezzi dell'energia. Sebbene risultino più alti rispetto al 2019”. Così Mariano Bella, responsabile dell'Ufficio studi di Confcommercio, commenta l'andamento dei prezzi al consumo e fa qualche stima per il futuro prossimo. “Facciamo la previsione che a luglio la variazione congiunturale del nostro Nic (l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale calcolato dall'Istat basandosi su un paniere di beni e servizi, che misura l'inflazione dell'intero sistema economico, ndr) sia pari a zero. Già a giugno è stata zero. Sarebbe un bellissimo segnale. Che farebbe prendere corpo all'ipotesi della riduzione dell'inflazione. Se prendiamo i 15 anni passati - senza contare 2021 e 2022 - e facciamo la media delle variazioni congiunturali mensili, guardando al 2023, grazie alla riduzione dell'energia, non dovremmo avere tensioni inflazionistiche nel complesso”, spiega ancora Bella.

In una nota sulla dinamica dei prezzi al consumo aggiornata a metà luglio (link allo studio completo in pdf), Confcommercio osserva come quella italiana sia allineata alla media dell'eurozona, sia per la componente generale calcolata dall'indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), confrontabile con gli altri risultati europei, sia per la componente di fondo (core, al netto delle componenti volatili come alimentari non lavorati ed energia). L'incremento tendenziale dei prezzi nei primi cinque mesi del 2023 in Italia è sempre al di sotto dell'incremento registrato in Europa, salvo che per le voci "abitazione" (21,7% contro 7%) e "trasporti" (4.9% contro 3,0%). “A giugno c'è stata una buona notizia sugli alimentari, con prezzi moderatamente in riduzione. Il mercato sta funzionando. L'operatore pubblico, con sussidi alle famiglie, ha più che compensato le perdite di potere d'acquisto”, continua Bella: “si può sottolineare come il processo inflazionistico in Italia sia partito con ritardo rispetto ai nostri partner. A luglio 2021 l'indice generale armonizzato cresceva da noi all'1% contro il 3,1% della Germania e il 2,2% dell'eurozona. Non si festeggiò allora, non ci si deve adombrare oggi, con un Ipca tendenziale in crescita del 6,7% contro l'analogo indice per l'euro area al 5,5%, ma con una core inflation, come detto, meno dinamica in Italia rispetto al resto dell'Europa”.

Secondo l'Ufficio studi di Confcommercio le prospettive dell'inflazione sono concretamente orientate a un rapido rientro. Come già accaduto in Spagna, l'inflazione italiana scenderebbe sotto il 2% nel prossimo mese di ottobre, al netto di ulteriori shock a oggi imprevedibili, e un analogo fenomeno si registrerebbe per l'Ipca dell'intera euroarea, che a ottobre scenderebbe al 2,2%. Un risultato in linea con gli obiettivi della Bce.

La riduzione dell'inflazione dipende dal prezzo dell'energia. Ma se togliamo l'energia dal paniere su cui calcoliamo l'inflazione (core), quella tendenziale di ottobre sarebbe in Italia al 4,5%e nell'area euro al 4,6%. Purtroppo è proprio questo dato quello che guarda la Bce. Per questo la preoccupazione rimane”, sottolinea ancora Bella.

Secondo le stime dell'Ufficio studi di Confcommerdo l'Ipca core per l'EA20 (i 20 Paesi che adottano l'euro) scenderebbe sotto i12% ad aprile del prossimo anno. Bella conclude con una riflessione: "la Bce si riunisce ogni sei settimane per valutare i tassi. Si è riunita il 15 giugno scorso, decidendo un aumento di 25 punti base. Si incontrerà il 27 luglio prossimo per decidere se aumentare ancora i tassi di interesse e lo farà, alzandoli di altri 25 punti base. Se si aspettassero altri quattro giorni avremmo i dati Eurostat sull'inflazione. Se dovesse essere piccola, negativa, potrebbe contribuire a una decisione più ponderata”.

Confcommercio Brescia2024-04-28
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