1Aprile2016

Pensione anticipata, nessuna penalità

Come è noto a tutti i pensionati le pensioni nel 2016 non hanno avuto alcun aumento legato alla perequazione delle pensioni  poiché  il valore provvisorio di rivalutazione delle pensioni per l’anno 2016  è stato  pari allo  +0,0 % salvo  eventuali conguagli da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.

Per  attenuare  in qualche modo la riduzione della capacità di acquisto delle pensioni tra  gli interventi  maggiormente meritevoli di attenzione introdotti dalla Legge di stabilità  2016, è da evidenziare la completa eliminazione delle penalizzazioni per chi uscirà in anticipo dal lavoro  in età inferiore ai 62 anni.

Per chiarire  l’argomento “penalizzazione  delle pensioni” facciamo un passo indietro. Al fine di disincentivare l’accesso alle pensioni  anticipata la Legge Monti-Fornero Legge 214 /2011 ha previsto all’art.24, comma 10, che nei confronti dei soggetti che accedono alla pensione anticipata nel regime misto con un‘età anagrafica inferiore a 62 anni si applica, sulla quota relativa alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, una riduzione pari ad 1% per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto all’età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni.

La Legge si stabilità 2015 (Legge 190/2014) ha in qualche modo fatto un passo indietro su questa disposizione introducendo all’art.1, comma 113, una   deroga rispetto al principio generale introdotto dall’art.24, comma 10, della Legge 214/2011 (Monti-Fornero).

La nuova disposizione ha previsto a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 31.12.2017 che per coloro che andranno in pensione anticipata con età inferiore ai 62 anni, otterranno l’importo intero della pensione a prescindere dalla natura della contribuzione posseduta e l’attribuzione della penalizzazione sarà dal 1°gennaio 2018.

Questa norma ha sicuramente  mitigato  in qualche modo  la normativa introdotta dal 2012 dalla Monti-Fornero ma per tutti coloro che invece sono andati in pensione nel 2012, 2013 e 2014  e che hanno subito il taglio dell’assegno previdenziale  ne sono rimasti essenzialmente esclusi avendo avuto accesso alla pensione anticipata prima del gennaio 2015.  

Questa sostanziale diversità di trattamento pensionistico tra coloro che sono andati in pensione  con età inferiore ai 62 anni  nel 2012/2013/2014 rispetto a quelli andati in pensione con età  inferiore a 62 anni  con decorrenza di pensione dal 1° gennaio  2015 ha portato il legislatore  a sanare  in modo definitivo la situazione  anche per non incorrere nella possibilità di sentenze di illegittimità costituzionale che la Legge 190/2014  aveva  in qualche modo  evidenziato.

Con la Legge 208/2015  Legge di stabilità 2016 il legislatore  ha  inserito un ulteriore comma (113 bis) alla Legge 190/2014, con il quale è stata  definitivamente esclusa  la penalizzazione dei trattamenti pensionistici anticipati prevista dalla “riforma Fornero” anche per le pensioni aventi decorrenza negli anni 2012, 2013 e 2014 limitatamente ai ratei di pensione corrisposti a decorrere dal 1° gennaio 2016.

Con questa misura si cancellano le penalizzazioni sulle pensioni erogate dall’INPS dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014. Ma, a ben vedere, la misura è valida solo dal 2016 in avanti: chi ha subito la decurtazione nel triennio 2012, 2013 e 2014 non avrà diritto a nessun rimborso per le decurtazioni subite. 

Si tratta di un provvedimento che coinvolge circa  29 mila persone, di cui 23 mila donne e 4 mila uomini, che sono andate in pensione di anzianità nel periodo citato, con un’età inferiore ai 62 anni.

Dal 2016, quindi, gli assegni pensionistici dovrebbero aumentare di alcune decine di euro al mese a seconda delle varie casistiche. 

Eliminata la penalizzazione di quanto aumenta la pensione? 

Esempio: un lavoratore  andato in pensione anticipata nel 2014 a 58 anni (con il 6% di penalità) con un assegno medio di 2.500 euro al mese lordi, la cui parte retributiva è di 2.300 euro mensili, vedrà aumentare la propria pensione di circa 140 euro lordi al mese.
Il calcolo  da fare è:  2.300 x 6% = 138 € lordi, poco più di 100 euro al mese netti in più, in considerazione del fattore  fiscale.
Se, invece, il lavoratore è uscito più tardi dal mondo del lavoro, supponiamo a 60 anni, l’importo della pensione aumenterà soltanto di un terzo rispetto alla cifre sopra  indicata.

Per qualsiasi ulteriore chiarimento, gli uffici del Patronato 50&Più Enasco (Brescia, via Bertolotti, 1 - 2° piano, tel. 030.3771785) sono a disposizione.

Confcommercio Brescia2024-05-20
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