16Novembre2018

Pensioni, rivalutazione dal 2019

Minimo e trattamenti sociali
Con l’incremento dell’1% la pensione al minimo sale da 507,42 a 512,49 euro al mese segnando un progressivo mensile di 5 euro.
Allo stesso modo si procede ad adeguare le prestazioni assistenziali per i cittadini in stato di bisogno. L’assegno sociale, cioè la prestazione introdotta dalla riforma Dini del 1995, (con 65 anni dal 2012, 67 dal 2019) passa da 453,00 a 457,53 al mese. Mentre la pensione sociale, prevista per gli ultrasessantacinquenni che hanno raggiunto l’età prima del dicembre ’95, sale da 373,33 a 377,06 euro al mese.

Pensione al milione
Chi ha ottenuto la maggiorazione fino ad un milione di lire al mese può contare dal 2019 su un assegno di 648,93. La cifra si ricava sommando all’importo del trattamento minimo di 512,49 euro la maggiorazione di 136,44 euro prevista dalla legge n. 127/2007 che ha aumentato le pensioni basse.

Pensioni superiori al minimo
In questi ultimi venti anni di vita la perequazione, per i pensionati con importi superiori al “minimo” è stata oggetto di particolari attenzioni da parte del legislatore che ha rivisto le regole allo scopo di aggiustare i conti pubblici (vedi riquadro con i provvedimenti di legge).

 

Elenco dei provvedimenti di legge
Legge n. 448/1998
Legge n. 388/2000
Legge n. 247/2007
Decreto Legge n. 98/2011
Decreto Legge n. 201/2011
Legge n. 228/2012
Legge n. 147/2013
Legge n. 208/2015

Dal 1° gennaio 2019 questi trattamenti (se non saranno previsti altri ripensamenti) torneranno ad essere indicizzati all’inflazione secondo la disciplina antecedente alla legge Fornero.

Tale disposizione risale al 2001 ed ha suddiviso la perequazione in tre fasce all’interno del trattamento pensionistico complessivo così concesso:
- 100% per le pensione di importo inferiore a tre volte il trattamento minimo;
- 90% per gli assegni di importo compreso tra 3 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% per i trattamenti superiori a 5 volte il minimo.

Di conseguenza l’aumento prossimo è così articolato:
- 1% (l’aliquota intera) sulla fascia di pensione mensile sino a 1523 euro (3 volte il minimo di dicembre 2018);
- 0,90% sulla quota compresa tra 1523 e 2538 euro (da 3 a 5 volte il minimo 2018);
- 0,75% sulla quota mensile eccedente 2538 euro (oltre 5 volte il minimo)

Con il ritorno al passato viene ripristinato anche il sistema che vede l’affermazione su fasce di importo e non più su scaglioni singoli di importo. Un piccolo “trucco” tecnico che ha consentito di risparmiare ulteriormente sulla spesa, producendo una ulteriore perdita, anche se lieve, sul valore dell’assegno nel tempo.

Il reddito e la pensione di cittadinanza, di cui si parla da diversi mesi, resta in questo momento un capitolo molto fluido considerato il costo complessivo di 17 miliardi di euro. La pensione dovrebbe essere pari a 780 euro mensili, cioè lo stesso importo individuato per il reddito di cittadinanza. L’assegno dovrebbe coprire la differenza fra la pensione attualmente percepita e i 780 euro. Quindi, per esempio, un pensionato che oggi riceve 500 euro al mese riceverebbe la differenza fino a 780 euro. Non è chiaro se questo beneficio sia destinato solo a coloro che sono già pensionati e percepiscono un assegno più basso rispetto alla nuova soglia di cittadinanza (è l’ipotesi più probabile) o se invece spetti anche a coloro che non percepiscono alcun assegno previdenziale, prevedendo un paletto di età.

In previsione delle particolari normative che prossimamente troveranno approvazione, per i chiarimenti e gli approfondimenti (possibili scelte, e tra queste, la più convenienti), si consiglia di rivolgersi al Patronato 50&Più Enasco (Brescia, via Bertolotti, 1 - 2° piano, tel. 030.3771785), che con esperti operatori assiste da sempre gratuitamente.

 

TABELLA A

Le nuove cifre dal 1° gennaio 2019
Tipo di pensioneImporto mensile
Fondo lavoratori dipendenti:
- trattamenti minimi (1)
€ 512,49
Gestione speciale lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coldiretti):
- trattamenti minimi (1)
€ 512,49
Pensioni con maggiorazione “ad un milione” (€ 516,46) € 648,93
Pensioni inferiori al minimo e pensioni “supplementari + 1%
Pensioni sociali (2) € 377,06
Assegni sociali (3) € 457,53
Pensioni di importo superiore al minimo (4)
(tutte le categorie)
+ 1% (100% Istat fino a € 1.523
+ 0,90% (90% Istat) da € 1523 a € 2538
+ 0,75% (75% Istat) oltre € 2538
(1) Il trattamento minimo viene riconosciuto a tutti coloro che hanno un reddito personale non superiore a € 6.662,37 l’anno se vivono da soli e di € 19.981,11 se coniugati.
(2) Prevista fino a dicembre 1995.
(3) Prevista da gennaio 1996 in poi.
(4) Per i titolari di più pensioni le percentuali di aumento si applicano alla somma dei trattamenti

 

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