3Novembre2017

Reversibilità: divieto di cumulo e addebiti INPS in arrivo

Vale ricordare che la “riforma Dini” ha previsto per questa prestazione tagli che vanno dal 25% al 50% del trattamento che spetta al coniuge superstite a seconda dei redditi (si veda la tabella). In altre parole se ai coniugi superstiti spetta il 60% della pensione del defunto, tale percentuale scende al 45% se il loro reddito supera di 3 volte l’importo minimo dell’INPS, al 36% con redditi superiori a 4 volte il minimo ed al 30% se si va oltre 5 volte tale livello.

Ma se i titolari della pensione di reversibilità sono almeno due (ad esempio, un coniuge con un figlio) l’assegno resta intatto anche se il reddito di entrambi è molto elevato.

Fermo restando che nel momento in cui uno dei due, ad esempio un figlio dopo il completamento degli studi, perde il diritto a pensione, l’altro è soggetto alla riduzione se il suo reddito supera i tetti di legge.

Ma quali redditi contano?
Tutti i redditi soggetti all’Irpef con esclusione:
- dei trattamenti di fine rapporto e delle relative anticipazioni;
- del reddito della casa di abitazione;
- delle competenze arretrate sottoposte a tassazione separata e dell’importo della pensione ai superstiti sulla quale dovrebbe essere eventualmente applicata la riduzione.

Tale penalizzazione al coniuge superstite risulta ingiustificata e iniquamente gravosa sotto vari aspetti. La riduzione, infatti, non può paragonarsi ad un vero e proprio cumulo ma piuttosto ad una decurtazione, che appare tanto ingiusta in quanto vengono a modificarsi gli effetti finali, penalizzando gli interessati. Premia coloro che vivono nel sommerso, danneggia coloro che denunciano regolarmente i propri redditi e in molti casi dà luogo a disparità di trattamento, dovute al fatto che per i redditi superiori ai tetti indicati in tabella la trattenuta scatta a prescindere dall’importo della pensione.

Su un piano generale, poi, va considerato che una correlazione tra la misura della pensione e la titolarità di altri redditi è propria delle prestazioni assistenziali (assegno sociale, trattamenti al minimo ecc.), mentre è del tutto illogica per le prestazioni previdenziali che vengono calcolate in base alla effettiva contribuzione versata e quindi restano indipendenti da eventuali altri redditi dei beneficiari.

L’Associazione 50&Più da tempo continua ad avanzare al legislatore richieste di modifica della normativa, perché ritiene assurdo differenziare l’ammontare della pensione sulla base dei redditi del superstite, penalizzando questi coniugi che rappresentano una categoria per la quale il rischio impoverimento è potenzialmente molto elevato.

È tempo ed è urgente adesso che cessi l’insensibilità politica e si spenda grande attenzione per i nostri anziani, visto che quote sempre più estese stanno scivolando verso una condizione di povertà inaccettabile.

È opportuno, infine, ricordare a tutti i pensionati di reversibilità che hanno ricevuto o stanno ricevendo la lettera con la quale l’INPS effettua il recupero dell’indebito, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco (Brescia, via Bertolotti, 1 - 2° piano, tel. 030.3771785) per ottenere gratuitamente ogni chiarimento al riguardo e per eventualmente inoltrare on-line la domanda di ricostituzione della pensione per “motivi reddituali” utile per annullare la richiesta dell’Istituto.

Naturalmente andando agli uffici è importante portare con sé tutti i documenti che attestano il possesso dei redditi per gli anni in esame.

Tabella

LE RIDUZIONI 2015 IN BASE AL REDDITO
Pensione di reversibilitàTrattamento spettante
Fino a € 19.573,71 La pensione resta al 60% della quota maturata dal defunto
Oltre € 19.573,71 fino a € 26.098,28 Al superstite spetta il 45% della pensione maturata dal defunto
Oltre € 26.098,28 fino a € 32.622,85 Al superstite spetta il 36% della pensione maturata dal defunto
Oltre € 32.622,85 Al superstite spetta il 30% della pensione maturata dal defunto
Confcommercio Brescia2024-05-02
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