23Settembre2022

Sportello Coaching, "Il coaching è contagioso: saper ascoltare e fare domande"

Capire come il business coaching può aiutare a creare un ambiente di lavoro più favorevole e come gestire le relazioni tra le persone è uno degli obiettivi all’interno dello Sportello Coaching avviato lo scorso 13 giugno da Confcommercio Brescia.

In che modo il coaching può migliorare l'ambiente favorevole in azienda? Come il coaching aiuta a gestire le relazioni tra le persone all'interno dell'impresa?

Il Team ICF (International Coach Federation) ha realizzato un articolo sui benefici riscontrati da coloro che hanno intrapreso un percorso di coaching.

Non indugiare, prenota il tuo spazio dedicato ad un colloquio conoscitivo gratuito! (Tel. 030.292181; email: info@confcommerciobrescia.it).

 

ARTICOLO DELL'ICF (INTERNATIONAL COACH FEDERATION)

Il coaching è contagioso: saper ascoltare e fare domande

Il lavoro di manager e quello di coach sono molto diversi tra di loro, questo è chiaramente fuori discussione.

Però qualcosa in comune ce l’hanno. Mi riferisco a quelle competenze relazionali che sono gli strumenti costitutivi del coaching e che possono essere utilizzate anche dai manager per fare meglio il loro lavoro. Tenendo presente che quest’ultimo si regge sulla capacità di far lavorare al meglio le persone e i team, il che implica (tra le altre cose) saper creare un ambiente favorevole e saper gestire le relazioni tra e con le persone.

Cioè esattamente ciò di cui un coach è specialista. E così come un coach usa le competenze specifiche per facilitare la performance e lo sviluppo dei suoi coachee, anche un manager può usare quelle stesse competenze nel proprio ambiente di lavoro a vantaggio di collaboratori, colleghi e anche capi.

Gli strumenti fondamentali sono pochi e si inseriscono con naturalezza nel flusso dei comportamenti quotidiani, ma sono molto potenti quando utilizzati con la giusta maestria. Giacché si tratta di azioni che hanno nomi noti, come ascoltare, fare domande, dare feedback… ma richiedono presenza consapevole e intenzionale per essere realmente efficaci nel senso che intendiamo qui.

Saper ascoltare in modo attivo, profondo e contestuale - cioè, appunto, come un coach - è cosa che richiede il giusto studio di base e tanto allenamento. Ma è ciò che permette di comprendere i bisogni e di cogliere le reali potenzialità dei collaboratori. Permette di capire quando è il momento di agire in un determinato modo, e di capire quando e come rivolgersi agli altri nel modo più utile. Non solo: è più facile che una persona si esprima liberamente quando si sente ascoltata e rispettata. In questo senso, l’ascolto attivo aiuta a far uscire contributi originali e innovativi con beneficio generale.

Anche saper fare le domande opportune nel modo più efficace è una competenza che torno a vantaggio di tutti, dall’azienda al collaboratore, al manager stesso. Mi riferisco in particolare alle domande aperte, che sono quelle usate nel coaching e che vanno formulate con il tono e nelle circostanze opportune. Una domanda posta con cognizione di causa è uno strumento di sviluppo individuale per il collaboratore, perché lo aiuta a acquisire consapevolezza e a scoprire nuove prospettive e opportunità. Ed è uno strumento importante per il manager, perché gli permette di attivare i collaboratori così che questi acquisiscano intraprendenza e dunque alleggeriscano il suo lavoro, fino ad ampliare il raggio d’azione e moltiplicare le capacità di manovra del team.

Confcommercio Brescia2024-04-20
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