Confcommercio, un importante segnale positivo
Cambio di direzione per la fiducia di imprese e consumatori, che a novembre torna ad aumentare per le prime (da 104,7 a 106,4) e più nettamente per i secondi (da 90,1 a 98,1). A migliorare per questi ultimi, rileva l'Istat (link ai dati completi in pdf) sono soprattutto il clima economico e il clima futuro (da 77,6 a 95,2 e da 88,8 a 102,8 rispettivamente), mentre il clima personale e quello corrente aumentano in modo più contenuto (nell'ordine da 94,3 a 99 e da 91 a 94,9). Quanto alle imprese, il clima di fiducia migliora in tutti i comparti (nel settore manifatturiero l'indice passa da 100,7 a 102,5, nei servizi di mercato da 96 a 98,8 e nel commercio al dettaglio da 109 a 112,2) tranne che nelle costruzioni. Nei servizi di mercato le attese sugli ordini migliorano nettamente, mentre diminuiscono il i giudizi sugli ordini e quelli sull'andamento degli affari. Nel commercio al dettaglio, le attese sulle vendite crescono decisamente contrariamente ai giudizi che i deteriorano, mentre le opinioni sulle scorte rimangono sostanzialmente stabili.
Confcommercio: “un importante segnale positivo”
“Il miglioramento del clima di fiducia registrato a novembre dalle famiglie e dalle imprese rappresenta un importante segnale positivo per le capacità di tenuta del nostro sistema economico. Costituisce il presupposto per definire il volume delle spese del mese di dicembre, di gran lunga il più importante per i consumi. L’orientamento delle famiglie appare meno negativo sia sul versante dell’occupazione sia sull’andamento dei prezzi, a testimonianza dell’efficacia dei sostegni, fruiti soprattutto dalle fasce più deboli della popolazione, implicando una sensibile riduzione della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi nell’anno 2022 (comunicato Istat del 23 novembre scorso). Segnali meno sfavorevoli rispetto al passato recente emergono anche dal versante imprenditoriale. Non si può escludere, pertanto, l’ennesima sorpresa positiva per l’ultimo quarto dell’anno in corso riguardo alle dinamiche delle principali grandezze macroeconomiche”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.