Presidente Sangalli: "Caro-energia, nel commercio a rischio 370mila posti di lavoro"
"Siamo di fronte a una sfida senza precedenti. Che richiede risposte coraggiose, strutturali e immediate". Questo il senso della proposta di Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, che rappresenta una fra le categorie che più di altre stanno vivendo una momento terribile, grave al punto da mettere in dubbio la sopravvivenza di aziende e grandi e piccole.
La crisi energetica sta mettendo in difficoltà le famiglie e le imprese. Qual è il provvedimento che si sente di chiedere al nuovo governo, di qualunque colore esso sia?
«Il caro energia, in questo momento, è la principale emergenza. Di conseguenza è necessario agire subito, a cominciare dal rilancio dell'iniziativa in sede europea sul cosiddetto Energy Recovery Fund stabilendo un tetto al prezzo del gas ed alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell'elettricità. Quanto alle misure necessarie e urgenti da adottare nel nostro Paese, occorre potenziare e rendere più inclusivi i crediti d'imposta fruibili anche da parte delle imprese non "energivore", prevedere un arco di tempo più lungo per la rateizzazione delle bollette, innalzare fino al 90% la copertura offerta dal Fondo di garanzia per le Pmi per supportare le esigenze di liquidità delle imprese. Ma occorre anche mantenere la misura che esclude gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema. Così come, sul fronte carburanti, le misure per la riduzione delle accise e l'Iva al 5% sul metano per autotrazione rafforzando gli interventi contro il caro carburanti per il trasporto pesante. Senza dimenticare, naturalmente, di prevedere interventi "emergenziali" relativi ad ammortamenti e riduzione del capitale per perdite come, peraltro, era stato fatto nel periodo pandemico».
È di tutti i giorni la notizia dl commercianti e gestori di bare ristoranti costretti a fare i conti con bollette non più sostenibili. Lei teme che Il settore nel complesso possa avere ricadute pesanti in termini di posti di lavoro e numero di imprese? O questa ricaduta si è già verificata?
«L'aumento inarrestabile dei costi energetici rischia di mettere in ginocchio le imprese del terziario che nel 2022 pagheranno una bolletta energetica complessiva pari a 33 miliardi, il triplo rispetto a un anno fa. Alcuni settori in particolare — come la distribuzione commerciale, la ristorazione, il turismo, i trasporti — stanno ricevendo bollette da tre a cinque volte maggiori rispetto alla norma. E la corsa dei prezzi energetici non accenna ad arrestarsi. Uno scenario drammatico che, da qui ai primi sei mesi del 2023, mette a serio rischio la sopravvivenza di circa 120mila piccole imprese del terziario di mercato e 370mi1a posti di lavoro. Ed è una stima prudenziale che non tiene conto delle imprese più grandi».