Presidente Sangalli: "Crisi peggiore del Covid"
«L'urgenza primaria è la pace. L'impatto della crisi sarà durissimo, peggio della pandemia. Da qui alla fine dell'anno rischiamo di perdere 370.000 posti di lavoro. Ed è solo l'inizio». Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, non nasconde che l'inverno del nostro scontento sarà lungo e costellato di tensioni economiche e sociali. «Sull'energia il nuovo governo dovrà incalzare l'Europa, mentre sul Pnrr non basta rispettare i tempi: serve la sostanza. E le tasse sono ancora troppo alte: chiediamo un piano di legislatura».
Possiamo dire che è il periodo più buio per la nostra economia dalla seconda guerra mondiale?
«E certo tra i più difficili. Perché viviamo un tempo in cui la pace torna ad essere l'urgenza primaria. L'emergenza energia e la ripresa dell'inflazione annunciano un crescente rischio recessione».
Ha lanciato l'allarme sulla prossima chiusura di imprese per via della crisi energetica. quanto è profonda la crisi, a livello di aziende e posti di lavoro, e quanto tempo abbiamo per intervenire?
«Già in occasione della nostra assemblea pubblica dello scorso mese di giugno, avevamo segnalato l'impatto durissimo della crisi energetica. Ciò che non ha fatto la pandemia al commercio ed ai servizi, rischiano ora di farlo costi energetici insopportabili».
Ci fornisce qualche cifra?
«Da qui al primo semestre del 2023, sono a rischio chiusura circa 120.000 imprese con un rischio occupazione nell'ordine di 370.000 unità. E la situazione, se non si trova urgentemente una soluzione soprattutto a livello europeo, potrebbe anche peggiorare».