50&Più Enasco, pensioni 2024: cosa cambia con la Legge di Bilancio
L'articolo scritto da 50&Più Enasco che approfondisce i cambiamenti introdotti dalla Legge di Bilancio sul tema delle pensioni.
Pensione di vecchiaia 2024
Nel 2024 la pensione di vecchiaia resta ferma a 67 anni di età, esattamente come deciso dalla Legge Fornero. Per tutti i dipendenti pubblici e privati, uomini e donne valgono quindi i seguenti requisiti:
- età anagrafica 67 anni;
- contributi minimi maturati 20 anni.
Quota 103
È confermata la proroga di un anno di «Quota 103» (62 anni e 41 anni di contributi). Tuttavia chi aderirà nel 2024 avrà l’assegno decurtato due volte:
- l’intera pensione sarà calcolata con il sistema contributivo e non più con il sistema misto cioè vale a dire con il sistema retributivo sulle anzianità acquisite fino al 31 dicembre 1995 (31 dicembre 2011 se sussistono almeno 18 anni di contributi al 31.12.1995);
- la misura dell’assegno, calcolato come sopra descritto, non potrà risultare superiore a 2.272 € euro lordi al mese (cioè quattro volte il trattamento minimo Inps) sino al compimento dell’età di 67 al posto delle cinque volte attuali (cioè 2.840 €).
Le novità sulle Pensioni 2024 vedono l’accrescere della durata delle finestre mobili, ovvero il tempo di attesa che deve trascorrere tra la maturazione dei requisiti (62 anni e 41 anni di contributi) e la percezione del primo rateo pensionistico. Rispetto agli attuali tre mesi (sei mesi per i dipendenti pubblici) l’attesa sale a sette mesi e a nove mesi per i dipendenti pubblici. Per il resto l’impianto della misura è lo stesso dell’attuale Quota 103. Confermato, in particolare, l’incentivo al posticipo al pensionamento cioè la facoltà per l’assicurato di optare per la corresponsione in busta paga della quota di contribuzione IVS a suo carico (di regola il 9,19%).
Si precisa che chi ha maturato i requisiti di «Quota 103» entro il 31 dicembre 2023 mantiene le condizioni più favorevoli previgenti. In particolare il calcolo con il sistema misto e la finestra mobile di tre mesi.
Opzione Donna
Opzione Donna viene confermata con le restrizioni attuali (cioè solo caregivers, invalidi 74% e disoccupate) a condizione che siano raggiunti 61 anni (ora 60 anni) e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2023. Restano le riduzioni di un anno del requisito dell’età anagrafica per ogni figlio sino ad un massimo di due anni e le finestre mobili di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Ape Sociale
L’Ape Sociale viene prorogata fino al 31 dicembre 2024 ma sale il requisito anagrafico: al posto degli attuali 63 anni si potrà accedere allo strumento con il requisito di almeno 63 anni e cinque mesi. Salta inoltre l’ampliamento delle categorie di lavoratori gravosi riconosciute dalla legge n. 234/2021 nel biennio 2022-2023 e le relative riduzioni contributive per edili e ceramisti. Viene, inoltre, aggiunta la regola, oggi assente, dell’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000 € annui.
L’assegno è sempre calcolato col sistema misto ma con le limitazioni dell’importo massimo a 1.500 € lorde mensili, senza tredicesima e senza gli adeguamenti dovuti all’inflazione fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni. Per i contributivi puri, cioè i soggetti privi di anzianità al 31.12.1995 viene eliminato il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi ma viene inserito un limite diversificato per accedere alla pensione a 64 anni e 20 anni di contributi. In particolare si sale a 3 volte l’assegno sociale salvo si tratti di donne con figli nel cui caso la soglia resta pari a 2,8 volte se c’è solo un figlio mentre scende a 2,6 volte in presenza di almeno due figli.
La pensione a 64 anni e 20 anni di contributi, inoltre, registra ulteriori strette:
- l’assegno non potrà eccedere le 5 volte il minimo Inps (cioè circa 2.840 € lordi al mese) fino al raggiungimento dei 67 anni (cioè l’età di vecchiaia). Oggi non c’è limite;
- avrà una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti (oggi assente);
- il requisito contributivo di 20 anni dovrà essere adeguato alla speranza di vita ISTAT (oltre a quello anagrafico).
Indicizzazioni
Cambia anche il meccanismo delle rivalutazioni delle pensioni a fasce. Anche nel 2024 gli importi cresceranno:
- al 100% le pensioni fino a quattro volte il minimo;
- sale dall’85% al 90% per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo;
- al 53% le pensioni da 5 a 6 volte il minimo Inps;
- al 47% le pensioni da 6 a 8 volte il minimo Inps;
- al 37% le pensioni da 8 a 10 volte il minimo Inps;
- scende dal 33 al 22% la rivalutazione degli assegni sopra 10 volte il minimo.
È inoltre confermata la super-rivalutazione assegni minimi per gli over 75.
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