13Gennaio2022

Confcommercio, inflazione pericolosa per la crescita nel 2022

Nuova, forte accelerazione per l’inflazione, che a dicembre è aumentata dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua. Secondo le stime preliminari dell’Istat (link ai dati completi in pdf) ad aumentare di più sono i prezzi dei Beni energetici, anche se con un trend in rallentamento (da +30,7% a +29,1%), ma schizzano verso l’alto anche quelli dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), quelli dei Beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%).

Quanto all'aumento congiunturale, la misura del rialzo è dell’1,1% per i prezzi dei Beni alimentari non lavorati, dello 0,6% per i Beni durevoli (+0,6%), dell’1,9% per i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,9%) e dei Servizi ricreativi e dello 0,8% per i Servizi culturali e per la cura della persona (+0,8%). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona raddoppiano la loro crescita (da +1,2% di novembre a+2,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto accelerano da +3,7% a +4%.

La "inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +1,5% e a +1,6% (entrambe da +1,3% di novembre).

IL COMMENTO DI CONFCOMMERCIO

“Il dato preliminare  consolida le preoccupazioni, espresse da tempo, sull’ impatto della ripresa dell’inflazione sulla crescita nel 2022. L’eredità lasciata dal 2021 (1,8%) e il permanere di tensioni sulle materie prime lasciano poco spazio per ipotizzare un rientro delle dinamiche dei prezzi nel breve periodo”. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che evidenzia inoltre come “già a gennaio, sia per gli aumenti dei costi dei consumi obbligati come luce e gas, sia per il parziale trasferimento sui prezzi finali di pressioni sui costi che si stanno accumulando nelle filiere produttive, l’inflazione dovrebbe superare la soglia del 4%. Questa condizione inflazionistica è destinata a permanere almeno fino all’estate, con inevitabili riflessi negativi sul potere d’acquisto dei redditi delle famiglie e della loro ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida, frenando la ripresa dei consumi. Non rassicura la parziale tenuta dell’inflazione di fondo che, seppure all’1,5%, è in costante aumento negli ultimi mesi a conferma della presenza di alcune tensioni diffuse all’interno del sistema”.

Confcommercio Brescia2025-04-30
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