4Aprile2022

Confcommercio, l'inflazione riduce le prospettive di crescita

Non si ferma neanche a marzo la corsa sfrenata dell’inflazione, in aumento per il nono mese consecutivo. La crescita stimata dall’Istat (i dati completi) è del 6,7% annuo (era +5,7% a febbraio), livello che non si registrava da luglio 1991, e dell'1,2% su base mensile.

Anche a marzo ad aumentare sono soprattutto i prezzi dei Beni energetici (da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%). Seguono i Beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4%) sia non lavorati (da +6,9% a +8%) e i Beni durevoli (da +1,2% a +1,9%). I Servizi relativi ai trasporti sono invece in rallentamento (da +1,4% a +1%).

Anche rispetto allo stesso mese dello scorso anno ad aumentare maggiormente sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+8,9%), seguiti dai Beni alimentari lavorati (+1%), dai Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dai Beni durevoli (+0,7%) e dagli Alimentari non lavorati (+0,6%).

L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l'indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 2,6% su base mensile e del 7% su base annua.

 

Confcommercio: "Si riducono le prospettive di crescita"

"Un nuovo e brusco aumento dei prezzi al consumo, superiore alle nostre stime (6,7% tendenziale contro il 6,1% della scorsa Congiuntura Confcommercio), che allontana nel tempo la collocazione del punto di rientro delle pressioni e, soprattutto, contribuisce a rivedere al rialzo la previsione dell’inflazione per l’anno in corso e ad abbassare quella relativa alla crescita economica". Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

"La nostra sottostima – prosegue la nota - è dovuta quasi interamente alle attese sui prezzi dei carburanti, migliori di quanto poi osservato. Le spinte al rialzo dei prezzi si stanno ampiamente trasferendo dalle materie prime importate, specialmente energetiche, al resto dei beni e servizi, portando l’inflazione di fondo al 2% nel confronto annuo, un valore che non si registrava da quasi dieci anni". "E non consola per niente – conclude Confcommercio - il fatto che in Paesi come la Germania e la Spagna il tasso di variazione dei prezzi al consumo sia anche superiore a quello italiano, rispettivamente +7,6% e +9,8%".

Confcommercio Brescia2025-04-30
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