Federalberghi Brescia, no agli aumenti sulla tassa di soggiorno
"Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l’imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del PIL e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla", ha detto il presidente di Federalberghi Brescia, Alessandro Fantini, commentando la proposta che sta circolando in ambienti governativi, che autorizzerebbe ad applicare l’imposta di soggiorno in tutti i 7.904 comuni italiani (oggi la possono applicare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici) e ad aumentarne l’importo.
A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, Federalberghi chiede di imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione.
"Inoltre - ha aggiunto il presidente Fantini - chiediamo che venga istituito con legge nazionale un fondo destinato a sostenere in via permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive, e che ne venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del gettito dell’imposta di soggiorno".
"Non sono certo i nostri ospiti che causano l’overtourism. Ma con questo paventato aumento rischiano di essere i più penalizzati", ha concluso il presidente di Federalberghi Brescia.