3Febbraio2025

Presidente Sangalli: "Basta sprechi, serve diminuire le tasse al ceto medio"

Presidente Carlo Sangalli, le mosse strategiche che il Governo secondo lei deve mettere in cima alla lista delle priorità della politica economica?

«L'Italia attraversa una fase molto delicata. Da un lato c'è una crescita debole del Pil e dei consumi ma con record di occupati e un'inflazione bassa. Dall'altro persiste il calo di produttività e demografia. Sullo sfondo resta sempre difficile ridurre l'abnorme debito pubblico e la pressione fiscale».

Quali, dunque le mosse strategiche?

«Diminuire le tasse al ceto medio senza minare i conti dello Stato, come ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è una priorità. Ma non sarà semplice senza un intervento significativo sulla spesa pubblica. II Governo ha fatto alcuni passi nella giusta direzione che gli sono stati riconosciuti dalla Commissione Ue. Credo occorra più determinazione nella riduzione del debito pubblico».

Dove si annidano gli sprechi che consentirebbero di recuperare risorse ed allentare la morsa su cittadini dipendenti e aziende che pagano troppo spesso per altri che le tasse non le pagano?

«Spending review e lotta a evasione ed elusione sono legate. E necessario, quindi, agire con maggiore forza su sprechi e inefficienze che, solo a livello locale, ammontano a svariate decine di miliardi».

Come?

«Anzitutto, evitando tagli lineari che hanno il vantaggio di essere più veloci ma colpiscono indiscriminatamente. Occorre una profonda, generale revisione e riqualificazione della spesa pubblica improduttiva. Senza escludere un'analisi della spesa pensionistica - vista l'emergenza demografica - per garantire un futuro sostenibile del welfare».

Le previsioni della sua organizzazione sul 2025?

«I segnali sono contraddittori. Le nostre previsioni vedono un PII in crescita dello 0,9% e un aumento dei consumi dell'1% grazie anche all'occupazione e al rinnovo dei contratti nazionali. Resta determinante la situazione internazionale con le incognite della presidenza Trump e delle guerre in Medio Oriente e Ucraina. Pensiamo solo alle ripercussioni sulla navigazione nel Canale di Suez».

La bolletta energetica continua a pesare di più per le imprese italiane. Problema irrisolvibile?

«II costo dell'energia è un macigno per la nostra economia: l'Italia ha costi energetici mediamente più alti del 50% rispetto a quelli dei principali Paesi UE. I nuovi rialzi non dipendono solo dalle crisi geopolitiche ma anche da speculazioni finanziarie. Inoltre, come ha ricordato la Commissione europea, anche le tasse pesano sui prezzi alti dell'energia».

Come si può intervenire per aiutare le nostre aziende a competere ad armi pari?

«Ci sono misure che possono essere subito attuate a livello europeo. Ad esempio, la definizione di un tetto al prezzo del gas per contenere volatilità e rialzi speculativi. E approvvigionamenti tramite acquisti congiunti europei. Per quanto riguarda il nostro Paese, bene il ddl per il nucleare sostenibile appena presentato dal ministro Pichetto Fratin. Una svolta che, seppur non in tempi brevi, potrebbe assicurare risparmi rilevanti e autonomia energetica».

 

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Confcommercio Brescia2025-02-06
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