Sangalli: "Decreto Aiuti insufficiente per le imprese"
Carlo Sangalli, dal suo osservatorio privilegiato di presidente di Confcommercio quale primo bilancio fa degli effetti della guerra sui consumi delle famiglie e sulla tenuta delle imprese a 13 settimane dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina?
"La guerra è prima di tutto una tragedia umana che provoca ripercussioni drammatiche anche sul fronte dell'economia. Spinge in alto l'inflazione e il costo dell'energia con il rischio di mettere in crisi i bilanci di tante famiglie e di compromettere l'equilibrio economico-finanziario di tante imprese, anche nel comparto dei servizi. Nell'anno in corso già ai prezzi attuali la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe passando da circa 10 a 3o miliardi di euro. E mi riferisco in particolare al commercio al dettaglio, agli alberghi, a bar e ristoranti, ma anche all'autotrasporto delle merci che vedrebbe un incremento dei costi dei carburanti del 40%. È evidente che siamo di fronte a impatti economici e sociali che richiedono spazi di intervento particolarmente rilevanti. Il recentissimo decreto Aiuti prevede interventi necessari e attesi, ma non ancora sufficienti. Ed occorrono, soprattutto, adeguate risposte a livello europeo sul terreno della politica energetica, della risposta alle conseguenze del caro-energia e della guerra".
Come si stanno organizzando le imprese per superare anche questa crisi?
"Dopo due anni di profonda crisi da Covid-19 ci sono settori che ancora oggi non si sono ripresi del tutto, come la cultura, il tempo libero e anche il turismo che, nonostante un ritorno inaspettato ai livelli prepandemia, sconta ancora i pochi arrivi di turisti stranieri. Occorre, dunque, continuare a sostenere queste imprese con interventi mirati e più robusti. E' necessario agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali e rafforzare le misure in tema di credito alle imprese. E, naturalmente, occorre mettere a terra riforme e investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Soltanto così si potranno rilanciare occupazione, redditi e consumi e costruire la ripresa".
Che scenari Confcommercio prevede per il prossimo futuro?
"Il ritorno di un imprevedibile tempo di guerra in Europa ha determinato un sostanziale cambiamento di scenario e di prospettive. E le stesse previsioni del Dcocumento di Economia e Finanza (Def, ndr) appaiono un po' ottimistiche sia sotto il profilo della sottovalutazione dell'inflazione sia per la conseguente sopravvalutazione della crescita. Infatti la maggiore dinamica dei prezzi, erodendo il potere d'acquisto della ricchezza liquida, comporta minori consumi e quindi frena il prodotto interno lordo, la cui crescita per l'anno in corso risulterebbe attorno al 2,5% piuttosto che poco sopra il 3% come indicato dal governo. Per un pieno recupero dei consumi dovremo aspettare il prossimo anno".